Civitavecchia (Samuele Sansonetti) – Nuovi passi in avanti verso la realizzazione del biodigestore. Nei giorni scorsi la Regione ha rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale alla società Ambyenta Lazio. L’ok della Direzione regionale ambiente è per l’installazione di un impianto di produzione di biometano e compost da rifiuti organici (principalmente costituiti dall’umido). “Quest’ultimo arriverà principalmente dalla differenziata dei rifiuti solidi urbani raccolti nell’area metropolitana di Roma Capitale e dal Lazio – spiegano dalla Regione –, con priorità all’umido prodotto nel Comune di Civitavecchia“.
Il processo di “digestione anaerobica” effettuato dal biodigestore avviene all’interno di reattori chiusi (detti appunto digestori) in cui si creano condizioni di assenza di ossigeno e si sviluppano le reazioni necessarie per la produzione di biogas che ha caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del metano. Il compost, invece, è un fertilizzante derivato dalla trasformazione di rifiuti organici di vario tipo (scarti alimentari, residui di potatura, letame, liquame o i rifiuti del giardinaggio come foglie ed erba falciata).
L’impianto sorgerà in lococalità Monna Felicita, nella zona industriale a ridosso di Sant’Agostino e Pantano. Le due località fanno parte del territorio di Tarquinia che più volte ha espresso parere negativo alla realizzazione del biodigestore, al pari di molte associazioni ambientaliste.
Sempre la Regione Lazio spiega che “l’autorizzazione ha durata di 10 anni a partire dalla data di adozione del successivo provvedimento di Paur regionale.
È ammesso ricorso giurisdizionale al Tribunale amministrativo regionale del Lazio nel termine di 60 giorni dalla comunicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello stato entro il termine di 120 giorni. La società Ambyenta Lazio resta l’unico responsabile degli eventuali danni arrecati a terzi o all’ambiente in conseguenza dell’esercizio”.
La potenzialità complessiva prevista per l’impianto è di 120mila tonnellate all’anno, di cui 100mila tonnellate di rifiuti organici provenienti principalmente dalle raccolte differenziate dell’umido e 20mila tonnellate provenienti dalla manutenzione del verde. L’area individuata per l’installazione è di circa 65mila metri quadrati.
“Sul territorio è previsto un investimento di circa 40 milioni di euro – fanno sapere dall’azienda torinese -. Secondo il progetto il biometano prodotto sarà immesso, tramite un gasdotto di nuova realizzazione della lunghezza di circa 1 chilometro, nella rete di trasporto del gas naturale gestita dall’operatore Snam. La realizzazione dell’impianto permetterà di immettere ogni anno nella rete Snam un biocarburante con un quantitativo di energia equivalente a quella prodotta da 6.806 tonnellate di petrolio. Grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, l’impianto limiterà al minimo l’impatto sull’ambiente circostante, prevedendo la depurazione di tutti i liquidi e il trattamento dell’aria”.