La lotta alle emissioni nocive può iniziare subito col biometano.

di Piero Bianco (La Stampa) – Se il futuro si annuncia sempre più a trazione elettrica, magari con l’energia generata dall’idrogeno, e il presente già premia la crescente richiesta di alimentazioni ibride, c’è una strada alternativa immediatamente percorribile sul filone delle alimentazioni “pulite”. È molto semplice sotto il profilo tecnologico, ormai disponibile su molti modelli, soprattutto la più economica: si chiama gas naturale, cioé metano. Siamo lontani anni luce dall’usurato stereotipo delle bombole montate sul tetto dei furgoni. Oggi i serbatoi sono invisibili, sotto il pianale o nel baule. E la sicurezza ha ormai raggiunto vertici assoluti, con gli impianti montati (e testati) direttamente in fabbrica dai costruttori. Non a caso le vetture a metano (a differenza di quelle a Gpl, gas derivato dal petrolio), possono parcheggiare anche nei piani interrati dei garage pubblici. Resta il problema di una rete di rifornimento ancora insufficiente in molte regioni italiane, ma i distributori stanno aumentando.
Perché scegliere il metano?
È davvero un carburante ecosostenibile?
Su questo non esistono dubbi. Il suo impiego riduce fino al 43% le emissioni di Co2, del 94-95% quelle di ossidi di azoto (NOx) e di particolato (Pm). Inoltre il costo del gas naturale è conveniente, in media 0.96 euro, e il doppio serbatoio (metano più benzina) garantisce autonomia che arriva quasi a 1.200 km per una citycar come la Panda Natural Power. La soluzione piace perfino ai costruttori glamour (ad esempio Audi) oltre che a Volkswagen, Seat, Skoda, Opel e Fca. Fiat è stato il brand pioniere di questa soluzione semplice e pulita, lanciando già vent’anni fa la Marea 1.6 Bi Power. Oggi Fca è leader in Europa, con circa il 45% di quota e una gamma completa che spazia da Panda a 500L, Punto, Ypsilon, Doblò, Qubo, al Ducato Iveco. I manager del Lingotto sottolineano come “faccia parte della linea strategica di sviluppo mantenere elevata l’attenzione sulle alimentazioni alternative per contribuire alla decarbonizzazione globale nel settore dei trasporti”. Fca accompagna la “metanizzazione” dell’intero parco auto Italgas, e ha avviato un importante test con il gruppo CAP (che gestisce fognatura e depurazione nella Città Metropolitana di Milano) sull’ulteriore evoluzione della specie: l’impiego del biometano. Questo carburante viene prodotto da fanghi di depurazione e acque reflue, ma anche dagli scarti di biomasse di origine agricola e dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani della raccolta differenziata. Un biocarburante che può diventare sempre più prezioso, sebbene oggi non sia ancora autorizzata la sua immissione nella rete distributiva. La Panda Natural Power con motore bicilindrico TwinAir 0.9 (80 Cv quando viaggia a gas naturale) sta facendo da “cavia” per importanti sviluppi futuri.

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