Metano e Biometano: Italia in testa come distribuzione, in coda come produzione.

Se l’Italia, la patria del Metano scoperto nel XVIII secolo da Alessandro Volta che l’ha chiamato subito “Aria Infiammabile”, è ricca di distributori di Metano per autoveicoli (è prima in Europa con 1428 distributori contro i 967 della seconda che è la Germania), è l’ultima per la produzione industriale di biometano. Stiamo iniziando ora e si attende un grande sviluppo del settore. Infatti qualche anno fa la tecnologia non consentiva sempre impianti totalmente compatibili con l’ambiente soprattutto per i cattivi odori, ma oggi questo disagio non c’è più grazie ad una raffinata tecnologia sviluppata proprio in Italia. Ora che sono stati pubblicati dalla Autorità per l’Energia i regolamenti tecnici per la conversione di biogas in biometano, centinaia di produttori di biogas stanno valutando l’installazione nei loro impianti di sistemi per rimuovere dal gas proveniente dai digestori quel 40% circa di CO2 che contiene e ottenere puro biometano.
I sistemi esistenti sono per lo più di costruzione tedesca o americana e usano vari metodi. Si può pompare il biogas attraverso membrane che trattengono la CO2, ma che richiedono poi la loro sostituzione periodica, sistemi criogenici, che fanno assorbire CO2 da solventi tenuti a bassa temperatura, usando però sostanze tossiche e spendendo molta energia, o sistemi di lavaggio del biogas con acqua e ammine, sostanze organiche che si legano alla CO2, rilasciandola poi quando la soluzione viene riscaldata a 90-120 °C: un metodo che richiede tanta energia.

In Italia si producono ormai impianti all’avanguardia con sistemi innovativi di cattura della CO2 per il passaggio da biogas a biometano.
Si tratta di sistemi a lavaggio dei fumi, che invece di utilizzare soluzioni acquose di ammine, impiegano liquidi ionici che sono sostanze, per lo più organiche, liquide a temperatura ambiente, che contengono ioni, come le soluzioni di acqua e sali, ma senza bisogno di un solvente. I liquidi utilizzati, non contenendo acqua che è un grande assorbitore di calore, separano la CO2 dal biogas con la stessa efficacia delle ammine sciolte in acqua, con la differenza che la riemettono a temperature molto più basse. Il metodo italiano è del 30% più economico di quelli in commercio e, visto che i liquidi ionici usati sono innocui e biodegradabili, non presenta neanche problemi ambientali di nessun tipo. Quindi si prevede un rapido recupero dell’Italia nel settore produttivo di biometano.

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