Paolo Rinaldi di Recall: solo benefici dall’impianto che sorgerà nell’area industriale di Latina Scalo per la produzione di biometano.

da Latina Corriere.it – “La mancata conoscenza dei temi genera disinformazione. Probabilmente è accaduto questo durante la riunione organizzata dal Comitato Latina Scalo-Tor Tre Ponti, che ha contestato la futura attività dell’azienda Recall Latina nell’area industriale di Latina Scalo per un impianto a trattamento dei rifiuti organici (il cosiddetto Forsu) per la produzione di biometano, esprimendo una rappresentazione non corrispondente alla realtà e con conseguenti preoccupazioni infondate”. È l’amministratore delegato della Recall Latina Paolo Rinaldi a parlare (nella foto).
“Già lo scorso 20 giugno – spiega – il progetto Recall Latina è stato presentato fin nei dettagli durante un convegno aperto a tutti, organizzato da FederLazio, proprio per rispondere ai dubbi sulla materia trattata. La nostra azienda è sempre stata disponibile a incontri con cittadinanza, enti pubblici e aziende private, nello spirito collaborativo che si confà ad una comunità, non avendo il timore di illustrare la rivoluzione dettata dalla green economy di cui siamo fieri fautori. I video relativi al convegno sono pubblici e consultabili sul nostro sito www.bio2gas.com: si invita a visionarli chi non ha potuto partecipare. Il modello di sviluppo di Recall Latina è quello dell’economia circolare ed ecosostenibile: attraverso la filiera della digestione anaerobica l’organico della raccolta differenziata viene trasformato in fertilizzante per l’agricoltura e in metano, cioè carburante pulito per le auto, contribuendo in modo sensibile alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e delle polveri sottili nell’atmosfera. I vantaggi sono la riduzione delle emissioni di CO2 e dell’inquinamento atmosferico, oltre al riciclo della materia organica che torna – dopo opportuno processo – alla terra e all’agricoltura da dove proviene. La raccolta differenziata gestita in questo modo è un processo ineludibile se si vuole  salvaguardare il futuro del Pianeta, riducendo il surriscaldamento per l’accumulo di Co2 e per tutelare il futuro dei nostri figli”.
“Sono sbagliate tutte le informazioni che sono state diffuse negli ultimi giorni – prosegue Paolo Rinaldi – che abbiamo appreso tramite la stampa: non avviene lo stoccaggio della Forsu, il biometano è immesso direttamente nella rete Snam, non vi sono emissioni pericolose e nocive, tutta la lavorazione è confinata al chiuso con un processo di aspirazione e con un misuratore di odori in azione h24 posto all’esterno per monitorare l’aria, con dati disponibili on line per le istituzioni. Ovviamente non si brucia né il metano né tantomeno la Forsu, digerita in un processo di fermentazione naturale in assenza di ossigeno, completamente al chiuso. Per quanto concerne i camion che la trasporteranno bisogna dire che l’azienda opera in un’area industriale, i camion sono gli stessi che transitano nel territorio per i loro servizi ambientali senza raggiungere mete ancora più distanti tipo il Nord Italia, mentre ogni camion che porta Forsu sarà in grado di produrre carburante pulito e non inquinante in quantità enormemente superiore a quella utilizzata dal camion stesso. La nostra azienda  – conclude Rinaldi – resta disponibile ad un incontro con associazioni di cittadini per un confronto diretto”.

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